20:37 17-11-2025

Perché i marchi automotive diventano ecosistemi multi-settore

I marchi dell’automotive hanno smesso da tempo di essere solo costruttori di auto. Il settore si è allargato e oggi somiglia più a un ecosistema che a una singola filiera.

Prendiamo Toyota: il gruppo sviluppa abitazioni con Toyota Home, costruisce case ad alta efficienza energetica e vende imbarcazioni tramite Toyota Marine. E c’è anche Toyota Industries, il più grande produttore al mondo di carrelli elevatori. Un raggio d’azione che racconta molto dell’ambizione del brand.

Tesla, di fatto, è diventata una holding tecnologica. Nel suo portafoglio ci sono Powerwall, Megapack, tetti solari, una rete di ricarica, il robot Optimus e persino merchandising come tazze e fibbie per cinture. Guardando avanti, i prodotti di intelligenza artificiale potrebbero diventare la sua principale linea di business.

Oltre alle auto, Peugeot realizza biciclette e commercializza la linea da cucina Peugeot Saveurs — dai macinapepe alle macinacaffè. BMW, dal canto suo, amplia i servizi finanziari e uno studio di design, e produce accessori, biciclette e persino tavole da surf. Un ventaglio ampio, che riflette una strategia sempre più trasversale.

Honda si distingue con un mix di auto, moto, generatori e aviazione: il marchio produce il jet privato HondaJet. Porsche controlla Studio F.A. Porsche, una realtà di design che firma orologi, accessori ed elettronica.

Subaru resta un attore di peso nell’aerospazio: il gruppo fornisce componenti per Boeing e per l’elicottero 412EPX. Mitsubishi è suddivisa in più rami, dall’industria pesante all’elettronica di consumo fino al settore automobilistico. Hyundai è altrettanto diversificata, con attività che spaziano dalla robotica ai veicoli corazzati, incluso il nuovo carro K3 a idrogeno.

In sintesi, i costruttori stanno diventando conglomerati multi-settore: l’auto è solo una fetta di un’impresa molto più ampia. E dalla sicurezza con cui portano il loro DNA di design e ingegneria in ambiti contigui, emerge un segnale chiaro: non è un’attività collaterale, ma la forma che prenderà il loro futuro.